Dal “Silenzio di Abram”, alla musica klezmer (2°lezione-concerto)
Martedì 13 Marzo 2018, dalle ore 10.00 alle 12.00 in Aula Magna si svolgerà a seconda lezione-concerto, che accoglierà la testimonianza dello scrittore Marcello Kalowski, autore de “Il silenzio di Abram” (Laterza, 2015) e un percorso di ascolto dedicato ai canti e alla musica ebraica, dall’antichità ad oggi.
Incontro con Marcello Kalowski, autore de Il silenzio di Abram (Laterza, 2015)
Ogni volta che posso chiedo a mio padre di parlarmi di Lodz, della sua famiglia, di Auschwitz. Nel farlo sollevo automaticamente la manica della sua camicia, mettendo a nudo il numero tatuato sul suo braccio. Mentre mi parla continuo a fissare quel numero che diventa uno schermo capace di trasformare istantaneamente le sue parole in immagini. Le poche cose che mi racconta, della sua infanzia felice, dell’abbrutimento nel ghetto che aveva prosciugato persino le lacrime che sarebbe stato giusto versare per la morte del padre, dell’ultimo sguardo rivoltogli dalla madre, degli incubi che popolavano le notti ad Auschwitz, me le dice sorridendo. Per i pochi che sono riusciti ad uscirne vivi, e sicuramente per mio padre, dopo Auschwitz è iniziata un’altra esistenza che in nessun caso è riuscita a costruire un ponte sospeso che li collegasse alla vita precedente. Sono io che debbo costruire quel ponte, perché la sua esistenza, subita e vissuta con coraggio, e le contraddizioni, le incertezze, le angosce, le sue debolezze acquistino il senso e la dignità che meritano.
Un padre sopravvissuto al campo di Auschwitz, un figlio che gli vive accanto e si assume il compito di dare voce al suo silenzio.
Voci e suoni della Memoria. Canti ebraici dall’antichità ad oggi, dal Medioriente all’Occidente.
Un viaggio identitario che attraversa il suono dei Klezmorim per narrare della vita
con l’Ensemble Ben Ardut
Delilah Gutman _ voce cantata e narrata
Filippo Dionigi _ clarinetto
Ivan Barbari _ fisarmonica
e con Francesco Carollo, Alfredo De Nicola, Thomas Lotti, Ludovico Tura (Liceo Einstein, IV A)
L’Italia è culla della comunità ebraica più antica in Europa. Voci e suoni della memoria narra di questa dimensione percorrendo un viaggio intorno alla tradizione dei Klezmorim. Dalla millenaria tradizione yemenita presente in Love Song, attraverso quella sefardita di Ochos Kandelikas e Hijia Kerida, per stare tra i niggun e i canti yiddish della cultura klezmer e lasciarsi condurre ai giorni nostri con i canti tra i più popolari della Terra d’Israele.
Nell’ambito di una narrazione, dove la parola parlata si incontra con la parola cantata, emergono voci e suoni della memoria che suggeriscono il ritratto di una terra dove le culture si sono da sempre incontrate, scontrate e integrate, originando miti e nuovi repertori musicali.